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1 minute Martini Manna

giurisprudenza Elena Martini giurisprudenza Elena Martini

Il Consiglio di Stato su ambush marketing e libertà di espressione: il caso Zalando

Secondo il CdS, la combinazione degli elementi – posizione del cartellone vicino al Football Village, slogan impiegato, maglietta calcistica, bandiere delle nazioni partecipanti all’evento – costituiva un “framing” comunicativo capace di indurre l’avventore medio a ritenere, erroneamente, che Zalando fosse sponsor ufficiale di UEFA Euro 2020.

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giurisprudenza Andrea Bramati giurisprudenza Andrea Bramati

Caso Chiquita: Il bollino blu e giallo non può essere registrato come marchio. La decisione del Tribunale dell’Unione Europea

Una figura geometrica elementare può essere dotata di capacità distintiva?

Si tratta di un tema oggetto della sentenza del 13 novembre 2024 (T-426/23) del Tribunale dell’Unione Europea la quale, ha confermato la nullità del marchio registrato da Chiquita Brands LLC per il bollino blu e giallo applicato sulla frutta fresca, comprese le banane. Questa sentenza, frutto di un lungo iter legale, fornisce spunti significativi sul concetto di distintività dei marchi. 

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Ordinanza del Tribunale di Firenze (7 maggio 2025): bonifico errato, obblighi della banca e tutela della privacy

Con un’interessante ordinanza cautelare in materia di conflitto tra riservatezza bancaria e diritti dei terzi, il Tribunale di Firenze ha di recente deciso il ricorso urgente di una società che, per errore materiale, nel disporre un “giroconto”, pur indicandosi come “beneficiario”, aveva ordinato un bonifico di €16.000 sul conto di un soggetto ignoto, inserendo un IBAN errato.

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Considerate la vostra semenza - Breeder’s Exemption e brevetti in campo vegetale

Con ordinanza cautelare del 24 aprile 2025 – forse il primo, e sicuramente tra i primi, precedenti italiani sul tema - il Tribunale delle Imprese di Genova ha reso una decisione di particolare interesse sull’applicazione della breeder’s exemption ai brevetti in ambito vegetale, cioè quelli aventi ad oggetto processi e prodotti plant-related.

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Uscita dalla porta, rientrata dalla… griglia: la decisione a sorpresa del Tribunale di Varsavia sul caso AUDI

All’inizio del 2024, ha suscitato un certo interesse tra gli esperti la sentenza della CGUE nella causa C-334/22 Audi relativa all’uso del marchio della casa automobilistica su pezzi di ricambio prodotti da terzi. Si tratta della decisione più importante della Corte in materia dopo l’ordinanza Ford del 2015 ed è stata ampiamente commentata su tutti i principali siti giuridici.

La maggior parte degli operatori professionali, compreso il sottoscritto, aveva letto la decisione della Corte come una vittoria delle case automobilistiche contro gli operatori indipendenti dell’aftermarket. Ciò che certamente pochi si aspettavano è che la causa di merito innanzi al Giudice remittente, il Tribunale Regionale di Varsavia, avrebbe avuto un esito esattamente opposto.

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La sorgente della discordia: chi è il vero proprietario del software?

In materia di software, e più in generale di opere dell’ingegno, è diffusa tra i non-specialisti la convinzione che il titolare originario dell’opera sia l’individuo, o l’azienda, responsabile della sua creazione. In realtà, non sempre è così. In molti casi, creatore e titolare dei diritti patrimoniali sono soggetti diversi sin dall’inizio.

Proprio di questo tema si è occupato di recente il Tribunale delle Imprese di Brescia (ord. del 14 aprile 2025), chiamato a dirimere una controversia tra due aziende ex partner che si affermavano entrambe proprietarie di alcuni software, sviluppati dall’una per gestire l’elettronica di macchine industriali prodotte dall’altra.

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Luigi Manna Luigi Manna

Registrare un marchio: alcuni miti da sfatare

In ambito imprenditoriale, è ancora diffusa l’idea che la registrazione del marchio rappresenti un adempimento secondario, da affrontare solo in caso di crescita significativa o di contenzioso imminente.

In realtà, l’esperienza professionale dimostra che si tratta di una valutazione miope e potenzialmente dannosa, spesso dettata da una sottovalutazione del ruolo che il segno distintivo assume nella vita dell’impresa – specie ove si tenga conto dei costi contenuti connessi alla registrazione.

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Margherita Stucchi Margherita Stucchi

Protezione del know-how: un’urgenza strategica nell’era della cybersecurity. Il ruolo della direttiva NIS2

In un contesto economico sempre più competitivo e digitalizzato, il know-how rappresenta uno degli asset più preziosi per le imprese. Non si tratta solo di dati o informazioni tecniche, ma di quell’insieme di conoscenze, competenze, processi e pratiche che costituiscono il cuore pulsante dell’innovazione e del vantaggio competitivo di un’azienda. Tuttavia, la protezione di questo patrimonio intangibile è spesso sottovalutata o lasciata alla buona volontà dei singoli.

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Tutela del know-how: la “descrizione” richiede il fumus della titolarità e della violazione di segreti commerciali in senso stretto (ord. Trib. delle Imprese di Milano del 10/12/2024)

La misura della descrizione, di cui agli artt. 129 e 130 C.p.i. del Codice della proprietà industriale, quando si verta in tema di informazioni riservate, richiede il fumus della titolarità e violazione di segreti commerciali in senso stretto ex artt. artt. 98 e 99 c.p.i.: ne ha fatto le spese una società italiana che si era rivolta al Tribunale delle Imprese di Milano con un ricorso urgente per descrizione, sequestro e inibitoria.

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La CGUE sulla competenza cross-border nelle azioni di contraffazione di brevetto

Secondo la decisione, il tribunale di uno Stato UE in cui è domiciliato il convenuto è competente a pronunciarsi sulla contraffazione di brevetti commessa in un altro Stato UE o extra-UE anche laddove venga sollevata un'eccezione di nullità. E in caso di Stato extra-UE, il giudice può avere competenza anche a decidere sull'eccezione di nullità con efficacia inter partes.

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Margherita Stucchi Margherita Stucchi

Linee guida dell’EDPB sul trattamento dei dati personali sulla base del legittimo interesse

Lo scorso 8 ottobre, il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha pubblicato le Linee guida 1/2024 sul trattamento dei dati personali basato sull’articolo 6, paragrafo 1, lettera f), del GDPR che analizzano i criteri stabiliti dall'articolo 6, paragrafo 1, lettera f), del GDPR che i responsabili del trattamento devono soddisfare per intraprendere legittimamente un trattamento di dati personali che sia “necessario ai fini degli interessi legittimi perseguiti dal responsabile del trattamento o da terzi”. Secondo il Comitato, il criterio del legittimo interesse non deve essere trattato come “ultima risorsa” per situazioni rare o inaspettate in cui si ritiene che altre basi giuridiche non siano applicabili, né deve essere scelto automaticamente o il suo uso indebitamente esteso sulla base della percezione che tale criterio sia meno vincolante di altre basi giuridiche.

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Il Tribunale di Milano afferma la libera utilizzabilità di fotografie reperibili sul web se prive di data e nome dell’autore

Il Tribunale di Milano ha affermato che le fotografie c.d. “semplici” (non creative) presenti e accessibili su internet, salvi i casi di mala fede, possono essere utilizzate liberamente e senza autorizzazione da chi le abbia reperite, laddove siano prive delle indicazioni prescritte dall’art. 90 della Legge sul Diritto d’Autore (L. n. 633/1941, LDA).

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