Google e Apple sanzionate da AGCM per carenze informative e pratiche aggressive
All’esito di due istruttorie nei confronti di Google Ireland ed Apple Distribution International Ltd, aventi ad oggetto due differenti pratiche riguardanti la raccolta e l’utilizzo, a fini commerciali, dei dati dei propri utenti-consumatori, sia nella fase di creazione dell’ID, sia nella fase di accesso agli altri servizi, l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM) ha accertato la violazione da parte delle due big tech delle norme del Codice del Consumo, sia per carenze informative (artt. 21-22) che per pratiche aggressive (artt. 24-25) legate all’acquisizione e all’utilizzo dei dati dei consumatori a fini commerciali. Particolarmente severa è stata la sanzione comminata pari a 10 milioni di euro per entrambe le imprese, cifra che corrisponde al massimo edittale previsto dalla normativa vigente.
Con riferimento alla prima violazione, Google – azienda statunitense leader nel settore informatico – ha omesso di fornire all’utente informazioni necessarie a prestare un consenso consapevole allo sfruttamento dei propri dati personali, sia nella fase di creazione degli account, sia durante l’utilizzo dei servizi. In particolare, il consumatore non viene informato dalla società che l’iscrizione e l’uso dei servizi offerti implica un utilizzo dei suoi dati a fini commerciali.
Anche Apple, sin dal gennaio 2016, non fornisce alcuna indicazione agli utenti riguardo la raccolta dei loro dati personali a fini commerciali, limitandosi a evidenziare come tale attività sia importante per permettere una migliore fruizione dei servizi. L’unico accenno avviene tramite una attività di linking che riporta ad una pagina del sito di Apple, la cui consultazione non è obbligatoria, dove è possibile trovare richiami ritenuti dal Garante non chiari ed esaustivi.
In relazione alla seconda violazione, l’AGCM ha accertato che i due colossi stranieri hanno attuato una pratica aggressiva.
Nel dettaglio, Google, già nella fase di creazione dell’account, preimposta l’accettazione dell’utente al trasferimento dei propri dati per fini commerciali, senza necessità di ulteriori passaggi successivi. Nell’area di controllo della privacy, le impostazioni sulla concessione dell’autorizzazione risultano infatti già sbarrate, con conseguente automatico trasferimento dei dati per fini commerciali. A ciò si aggiunga che, ove il consumatore intenda non autorizzare il trattamento, si troverebbe a dover compiere una complessa e non immediata procedura di disattivazione.
Per quanto riguarda Apple, invece, l’attività promozionale è basata sul c.d.“opt out”, modalità che non prevede per il consumatore alcuna possibilità di scelta preventiva ed espressa in merito alla cessione dei propri dati. In tal modo, il consumatore viene condizionato nella scelta di consumo e subisce la cessione delle informazioni personali, di cui Apple può disporre per le proprie finalità promozionali.
Questi ultimi provvedimenti dell’AGCM rimarcano ancora una volta la grande attenzione che l’Autorità rivolge al tema della protezione dei dati personali e del loro lecito utilizzo.