Apple replica a Microsoft: se “Windows” non è marchio generico, perché dovrebbe esserlo “App Store”?
Due giorni fa i difensori di Apple Inc. hanno depositato avanti all’ufficio marchi e brevetti statunitense (USPTO) la loro difesa contro l’opposizione alla registrazione del marchio APP STORE presentata lo scorso 10 gennaio da Microsoft Corporation.
Nella propria opposizione Microsoft ha affermato in particolare che il marchio di Apple non potrebbe essere registrato perché sarebbe generico con riferimento ai servizi di vendita di applicazioni che Apple contraddistingue con esso: le applicazioni, in inglese “applications”, sono infatti generalmente chiamate con l’abbreviazione “apps”, ovvero “app” al singolare; e d’altro canto “store” (“negozio”) è evidentemente un termine generico. Tant’è, dice Microsoft, che nel linguaggio comune ci si riferisce ai servizi di vendita di applicazioni come a degli “app store”, e lo stesso Steve Jobs in alcune interviste avrebbe usato il termine “app store” in senso generico per indicare tali servizi. In sostanza, secondo la tesi di Microsoft, Apple vorrebbe registrare come marchio per il proprio negozio di applicazioni nient’altro che il generico nome “Negozio di Applicazioni”, appropriandosi così del diritto di utilizzare in via esclusiva un segno che, in quanto generico, non potrebbe invece essere oggetto di diritti esclusivi. (…)
Nella propria difesa Apple rileva innanzitutto che “dopo avere affrontato una vertenza decennale in relazione alla genericità del suo marchio WINDOWS, Microsoft dovrebbe ben sapere che la valutazione sulla genericità deve focalizzarsi sul marchio nel complesso, e richiede una complessa valutazione di fatto del significato principale che il termine ha secondo una sostanziale maggioranza del pubblico di riferimento (…)”. Microsoft, invece “non basa il proprio ricorso su una valutazione esaustiva di come il pubblico rilevante comprende il termine APP STORE nel complesso”.
Apple continua quindi affermando che, contrariamente a quanto sostenuto da Microsoft, il segno APP STORE non sarebbe affatto percepito come generico dalla maggioranza del pubblico di riferimento, che al contrario lo considererebbe un vero e proprio marchio e lo ricondurrebbe univocamente ad Apple. Da qui l’infondatezza dell’opposizione di Microsoft.