Problemi con i marchi anche per Google: sotto accusa Chromebook e Chromebox
Guai in materia di marchi anche per Google: dopo il nuovo caso sul marchio “iCloud” che ha visto coinvolta Apple (vedete il nostro post qui), ora è Google a dover difendere i propri marchi “Chromebox” e “Chromebook”, accusati di contraffazione.
La società del Nevada Isys Technologies Inc. ha infatti agito avanti al tribunale statunitense dello Utah azionando il proprio marchio “Chromiumpc” che essa utilizzerebbe dal 2009 (tra l’altro nel website www.chromiumpc.com) per distinguere i propri computer, e per il quale avrebbe chiesto la registrazione nel 2010. Contro tale marchio Google avrebbe fatto opposizione sulla base del nome di un software open source chiamato “Chromium” realizzato da sviluppatori independenti su iniziativa di Google, ma sul quale Google avrebbe abbandonato ogni forma di controllo, non potendo quindi vantare diritti di marchio su di esso. (…)
Isys narra che Google in origine intendeva in realtà identificare i propri computer con il marchio “Speedbook” che però venne contestato dal titolare di un identico marchio anteriore. Per tale ragione, Google avrebbe deciso di passare a “Chromebook” e, al fine di poter utilizzare tale segno e il segno “Chromebox” per identificare i propri computer, avrebbe indebitamente ostacolato la registrazione del marchio “Chromiumpc” da parte di Isys, intimandole di abbandonare il marchio e la relativa domanda di registrazione sulla base di – sostiene in sostanza Isys – inesistenti diritti sul marchio Chromium.
Isys chiede quindi che venga accertata l’inesistenza di diritti di Google sul marchio Chromium e che Google venga inibita dal vendere computer a marchio Chromebook e/o Chromebox, essendo questi simili e confondibili con il suo Chromiumpc.