L’AGCM sanziona RTI per la campagna pubblicitaria “Prova Premium”

Con provvedimento n. 23814 dello scorso 8 agosto nel procedimento PS6213, L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (“AGCM”) ha ritenuto scorretta ai sensi degli artt. 20 ss. Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005) la campagna promozionale “prova Premium” lanciata nel periodo maggio-settembre 2011 da Reti Televisive Italiane S.p.a. (“RTI”).

La campagna pubblicitaria in questione, realizzata attraverso spot, tabellari stampa e direct mailing, invitava i consumatori a sperimentare gratuitamente i canali televisivi a pagamento Mediaset Premium per un periodo di prova circoscritto. Secondo l’AGCM essa era tuttavia viziata da comportamenti ingannevoli posti in essere da RTI: in particolare, il claim pubblicitario sotto accusa (“La vedi gratis fino al 1° ottobre senza pagare l’abbonamento e poi decidi!”) lasciava pensare che la promozione fosse gratuita e che il consumatore fosse completamente libero di scegliere se acquistare o meno il servizio televisivo al termine del periodo di prova gratuito, ciò che invece non era. (…)

Il messaggio è stato quindi giudicato dall’AGCM “ad alta valenza decettiva” in quanto ometteva di precisare che l’adesione alla promozione avrebbe comportato automaticamente l’adesione a un abbonamento annuale, con obbligo di recesso formale in caso di mancanza di interesse da parte del consumatore al termine del periodo di prova. Inoltre, la gratuità del periodo di prova pubblicizzata da RTI non era comunque veritiera, essendovi dei costi di attivazione dell’offerta da sostenere in ogni caso.

Le difese di RTI, secondo cui la campagna in esame sarebbe stata di breve durata, non reiterata e ormai risalente, non hanno risparmiato alla società una sanzione di 120 mila euro, oltre al divieto di diffusione o continuazione della pratica commerciale in questione, tesa a “falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in relazione alle caratteristiche e alle condizioni economiche dell’offerta”. In sostanza, secondo l’AGCM, i consumatori sarebbero stati indotti da RTI a sottoscrivere un contratto che altrimenti non avrebbero mai concluso.

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