La Commissione UE interviene contro la disinformazione online sull'attacco di Hamas

I social media sono ormai parte fondamentale del panorama dell’informazione mondiale: anche per questo, meno di due mesi fa, l’Unione Europea, tramite l’emanazione del Digital Services Act, ha disciplinato la pubblicazione dei contenuti nelle varie piattaforme online, con il dichiarato obiettivo di proteggere più efficacemente gli utenti e i loro diritti fondamentali in Internet, istituendo misure di responsabilità e trasparenza nei confronti alle piattaforme digitali. Così, si è mirato ad armonizzare le diverse legislazioni nazionali nell'Unione Europea per contrastare i contenuti illeciti, individuando un insieme sistematico di norme che riescano ad indirizzare la fornitura online di tutti i servizi contrastando ogni tipo di contenuto illecito, integrando al contempo le varie normative settoriali connesse, come quella sulla tutela di consumatori, o sul diritto d’autore.

In questo contesto, il 10 ottobre 2023 la Commissione Europea, nella persona di Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha pubblicato una lettera di avvertimento nei confronti di Elon Musk, proprietario di X, per la presunta disinformazione sul suo social network in merito all’attacco del gruppo terroristico palestinese Hamas allo stato di Israele, cominciato il 7 ottobre.

Nella lettera, Breton ha ricordato come il DSA stabilisca obblighi molto precisi per ciò che riguarda la moderazione dei messaggi veicolati online. Per questo, è stata richiesta trasparenza e chiarezza su quali contenuti siano consentiti dalle condizioni di X. È stata criticata, in primis, la diffusione di contenuti falsi (come i deep fake, sempre più presenti nella sfera della disinformazione virtuale), decontestualizzati, o che incitassero all’odio, al terrorismo e alla violenza. È stata sottolineata, in particolare, l’assenza di tempestività, obiettività e diligenza nell’intervento per impedire la circolazione di tali contenuti. Inoltre, Breton ha intimato a Musk la disposizione di misure di mitigazione proporzionate ed efficaci, necessarie soprattutto per affrontare problemi di ordine e sicurezza pubblica, visto che i media pubblici e le organizzazioni della società civile hanno riportato fatti ed immagini falsi e fuorvianti derivanti direttamente da X - si pensi a delle immagini di guerra che in realtà erano tratte da un videogioco, o alla condivisione di video di guerre che non hanno a che vedere con quella israelo-palestinese. In effetti, secondo NewsGuard - una società di valutazione dei media, che fornisce un servizio di rating a siti web di notizie e fonti di informazione online - moltissimi account non verificati sui vari social avrebbero condiviso informazioni sull’attacco in questione senza alcun fondamento di verità, operando le stesse strategie di mistificazione della realtà già poste in essere nel conflitto russo-ucraino.

In conclusione, vista l’urgenza e la gravità della questione, il Commissario ha raccomandato che entro 24 ore Musk si mettesse in contatto con l’Europol e le altre agenzie di polizia competenti, ricordando come, in caso di mancato adeguamento, sarebbe stata applicata una multa ad X pari al 6% delle sue entrate o l’oscuramento totale del sito dall’UE.

A seguito dell’intervento della Commissione, X si è mossa in modo da adempiere alle richieste indirizzatele, anzitutto rimuovendo centinaia di account legati ad Hamas. Linda Yaccarino, CEO della piattaforma, ha peraltro comunicato l’impegno di X ad intraprendere azioni per rimuovere migliaia di contenuti, in particolar modo quelli destabilizzanti, oltre a video alterati, e commenti antisemiti.

Il problema della disinformazione online è molto ampio, e non coinvolge solo X. A tal proposito anche Meta si è attivata, sin dall’inizio dell’attacco ad Israele, per rimuovere tutte le informazioni che non fossero reali e verificate, bloccando anche ogni commento fuori dagli standard di civiltà e verità. La società di Mark Zuckerberg ha infatti già comunicato la rimozione di numerosissimi contenuti, superando le barriere linguistiche grazie alla collaborazione di un centro operativo speciale istituito con esperti di lingua araba ed ebraica.

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