Wikipedia e il danno da diffamazione: una sentenza del Tribunale di Roma

La questione della responsabilità degli Internet Service Provider per i contenuti pubblicati in Rete è ormai da anni al centro di vicende giudiziarie che vedono come protagoniste le più note piattaforme della Rete, come YouTube, Google e Wikipedia. Dell’argomento abbiamo trattato, ad esempio, qui, qui e qui.

Sul tema si espresso di recente il Tribunale di Roma, chiudendo così la controversia sorta cinque anni fa tra Antonio e Giampaolo Angelucci e la Wikimedia Foundation Inc., organizzazione internazionale non-profit responsabile della gestione di Wikipedia, la più nota enciclopedia online, caratterizzata dalla possibilità data agli utenti di inserire, modificare e aggiornare le voci dell’enciclopedia stessa.

I due attori avevano adito il giudice di Roma per chiedere che venisse accertato che quanto pubblicato nelle pagine di Wikipedia in merito alle vicende relative alla famiglia Angelucci, integrasse gli estremi del reato di diffamazione aggravata a mezzo Internet e che pertanto la Wikimedia fosse riconosciuta quale responsabile dell’illecito e condannata al risarcimento del danno.

Va ricordato anzitutto che la responsabilità degli Internet Service Provider, secondo la giurisprudenza italiana ed europea, deve essere modulata sulla base dell’effettivo ruolo svolto dagli stessi in relazione ai contenuti pubblicati dagli utenti. Si passa da un’attività di mere conduit a quella di caching, per arrivare all’hosting, che viene a sua volta distinto in hosting “passivo”, ovvero di semplice messa a disposizione della piattaforma online agli utenti, e hosting contraddistinto da un ruolo attivo dell’ISP di controllo nella pubblicazione, indicizzazione e selezione dei contenuti.

A tal proposito, il Giudice di Roma, ribadendo i principi già espressi in passato per fattispecie analoghe, afferma che la Wikimedia è semplice hosting provider poiché si limita ad offrire ospitalità sui propri server alle informazioni fornite dagli utenti. Wikimedia non può quindi essere considerata responsabile dell’enorme quantità di informazioni inserite dagli utenti; potrebbe essere considerata tale, secondo il Tribunale, solo qualora l’utente agisse sotto l’autorità o il controllo del provider, che perderebbe così il ruolo di soggetto “neutrale” rispetto a quanto inserito dagli utenti. A fronte di una generale esenzione di responsabilità, l’hosting provider risponde invece degli illeciti dei suoi utenti solo quando, non appena a conoscenza di fatti illeciti su espressa comunicazione delle autorità competenti, esso non si attivi per rimuovere le informazioni illecite o per disabilitarne l‘accesso.

Il giudice dunque, nello stabilire che “non è rinvenibile nella posizione della Wikimedia Foundatio Inc. l’obbligo di garantire che non vengano commessi illeciti lesivi dell’altrui reputazione in quanto, a differenza del content provider, l’hosting provider offre un servizio basato proprio sulla libertà degli utenti di compilare le voci enciclopediche”, riconosce la natura di “enciclopedia aperta” e generata “dal basso” di Wikipedia, da sempre sviluppatasi sulla libertà degli utenti di poter costantemente aggiungere e aggiornare i contenuti presenti nelle sue pagine.

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