Nespresso vs Vergnano: 1 a 1?
Il Tribunale di Torino si è pronunciato lo scorso 13 maggio nel procedimento cautelare avviato da Nestec S.A. e Nespresso Italiana S.p.A. (collettivamente “Nestlè”) contro Casa del Caffè Vergnano S.p.A. (“Caffè Vergnano”). La parte dispositiva della decisione è stata pubblicata tra l’altro – per ordine del Giudice – su La Repubblica di ieri, ed è perciò nota. In aggiunta, Caffè Vergnano ha pubblicato qualche tempo fa sul proprio website un comunicato a riguardo, da cui si ricavano ulteriori elementi sul procedimento.
Come è intuibile la vertenza riguarda la commercializzazione, da parte di Caffè Vergnano, di capsule compatibili con le macchine per il caffè Nespresso. Secondo quanto si legge nel dispositivo dell’ordinanza, il Tribunale ha accolto solo alcune delle richieste formulate in via cautelare da Nestlè, e precisamente, oltre ad ordinare la pubblicazione del dispositivo, ha: i) inibito a Caffè Vergnano di usare il marchio Nespresso con le modalità contestate da Nestlè; ii) ordinato il ritiro delle confezioni di prodotto e altri materiali in cui l’uso del marchio Nespresso avveniva secondo le modalità contestate da Nestlè; iii) fissato una penale di € 1.000 per ogni violazione dell’ordinanza; iv) autorizzato la descrizione giudiziale di tutta la documentazione commerciale, pubblicitaria e contabile di Caffè Vergnano relativa all’uso del marchio Nespresso con le modalità contestate da Nestlè. (…)
Per comprendere quali fossero le altre richieste cautelari di Nestlè rigettate dal Tribunale, nonchè le modalità d’uso del marchio Nespresso contestate da Nestlè medesima, è possibile fare riferimento esclusivamente al comunicato di Caffè Vergnano, data l’indisponibilità dell’intera decisione. Secondo quanto vi si apprende, Nestlè lamentava la contraffazione di tre propri brevetti da parte delle capsule Caffè Vergnano, per cui chiedeva che a quest’ultima fosse vietato di commercializzarle e che quelle in circolazione fossero sequestrate; in aggiunta, in relazione alla pubblicità di tali capsule, pubblicizzate con marchio “Èspresso” e dichiarate “Compatibili con le macchine Nespresso”, chiedeva che fosse vietato a Caffè Vergnano di usare sia il marchio Èspresso che il marchio Nespresso.
Da quanto si comprende combinando il dispositivo dell’ordinanza e il comunicato di Vergnano, quindi, quella di Nestlè sembrerebbe essere una vittoria a metà (o forse nemmeno): nessun accenno viene fatto alla contraffazione di brevetti nè al marchio Èspresso, mentre si comprende che il Giudice ha ritenuto che l’uso del marchio Nespresso nella pubblicità di Caffè Vergnano sia stato fatto con modalità che eccedono i limiti entro cui tale uso sarebbe consentito dalla legge per segnalare – legittimamente – la compatibilità delle capsule.