Microsoft attacca Google sul fronte antitrust

Nei giorni scorsi Microsoft è intervenuta nell’indagine aperta dalla Commissione Europea sulle presunte pratiche anti-concorrenziali poste in essere da Google nel mercato della ricerca online. Microsoft ha infatti depositato un proprio complaint in cui punta il dito contro una serie di comportamenti di Google che sarebbero contrari alla normativa antitrust europea.

Il senior vice president e general counsel di Microsoft, Brad Smith, ha spiegato in un dettagliato post le accuse mosse a Google. Smith parte dal considerare che in Europa Google possiede il 95% del mercato della ricerca online, a differenza di quanto accade in America dove la presenza in particolare di Bing e Yahoo! consente un diverso equilibrio. In tale posizione dominante Google – secondo Smith – avrebbe posto in essere le seguenti pratiche che impedirebbero una regolare concorrenza sul mercato europeo da parte degli altri motori di ricerca, a danno dei consumatori. (…)

In primo luogo, dopo avere acquisito YouTube nel 2006, Google avrebbe impedito agli altri motori di ricerca di accedervi per raccogliere anche da lì i propri risultati di ricerca. Google avrebbe anche impedito ai nuovi Windows Phones di interoperare propriamente con YouTube, cosa che sarebbe invece consentita ai telefoni Android di Google e agli iPhone di Apple.

Nelle lamentele di Microsoft rientra anche il tentativo di Google di ottenere i diritti di sfruttamento dei c.d. “orphan books”, di cui abbiamo già parlato nel nostro post che potete leggere qui. secondo Microsoft, il piano di Google sarebbe stato quello di essere l’unico motore di ricerca a poter accedere a tali libri ai fini di reperirvi risultati di ricerca.

Ancora, Google non consentirebbe ai propri inserzionisti di accedere ai propri dati e campagne pubblicitarie caricati nei servers di Google e quindi di utilizzarli in maniera da consentirne l’interoperabilità con altre piattaforme di advertising, come l’adCentre di Microsoft. Ciò renderebbe molto più costoso per gli inserzionisti lanciare le proprie campagne pubblicitarie anche su altre piattaforme, scoraggiandoli a farlo. Poichè la raccolta pubblicitaria è ciò che dà benzina ai motori di ricerca, dice Smith, queste restrizioni colpiscono al cuore la competitività del mercato.

Smith conclude riconoscendo che l’intervento di Microsoft potrà suscitare l’ironia di qualcuno, considerato che per anni Microsoft è stata a sua volta soggetta ad indagini per comportamenti antitrust da parte della Commissione Europea. Tuttavia, chiude il VP del colosso statunitense, “non dovrebbe essere permesso a Google di portare avanti pratiche che limitano la possibilità di altri di innovare e offrire alternative competitive, cosa che Google sta facendo” e a cui Microsoft spera che la Commissione Europea ponga fine.

Indietro
Indietro

In arrivo il Salone del Mobile di Milano: attenti alle copie! Milan Furniture Fair is coming: mind the fakes!

Avanti
Avanti

Secondo la “initial determination” dell’ITC, Apple non viola i brevetti Nokia